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Nell’ipermodernità la comunicazione sembra aver eliminato il corpo per abbracciare l’etere. Whatsapp è la principale rappresentazione di questa assenza: una piattaforma in cui le sfumature paraverbali sono delegate alla scelta delle emoticons, fomentando ambiguità dialettiche ed espressive. Discorsi che, nell’assenza dei corpi, manifestano la totalizzante presenza dei messaggi: ci si può contattare sempre, azzerare l’attesa tra il bisogno e l’azione di scrivere. La risposta rapida sostituisce la costruzione di un pensiero articolato, e di una rappresentazione solida dell’Altro dentro. Negli scambi veloci manca una valutazione di “chi” sono gli interlocutori, del contesto e di cosa sta accadendo dentro di noi.
La comunicazione virtuale azzera le distanze, anche quando sarebbero auspicabili: si mantiene il cordone con il lavoro, con i compagni di scuola, con la famiglia e con i conflitti; presentificando tutto, attualizzando tutto, privandosi della possibilità di essere nell’hic et nunc dell’esperienza, costantemente interrotta dalle notifiche. L’onnipresenza dell’Altro si ribalta, così, nella mancata presenza a noi stessi. Nel labile contesto della comunicazione digitale il sistema mente-corpo è sottoposto a molteplici stress, anche nei momenti del riposo.
Riccardo Marco Scognamiglio, psicologo e psicoterapeuta, direttore scientifico dell’Istituto di Psicosomatica Integrata di Milano e Andrea Zoccarato, psicologo e psicosomatologo, responsabile del polo varesino, affronteranno il tema della fluidità senza contenitori, declinata a partire dalle nuove forme di dialogo, per restituire una visione psico-somatica della complessità dell’oggi.
Psicoterapeuta, Psicoanalista e Psicosomatologo | Direttore scientifico dell’Istituto di Psicosomatica Integrata
Psicologo e Psicosomatologo | Responsabile della sede di Gallarate